mercoledì 26 novembre 2014

PROCESSO A GREEN HILL - PRESIDIO E UDIENZA 26.11.2014, le nostre impressioni.

Una ventina di croci bianche con altrettante immagini di beagle nati a Green Hill e "sacrificati" nei laboratori d'Europa in esperimenti tanto assurdi quanto crudeli.
Questa mattina, le abbiamo allineate davanti al Tribunale di Brescia nel corso del presidio che abbiamo organizzato per sottolineare l'importanza di un processo senza precedenti e per chiedere con fermezza Giustizia per i cani di Green Hill.
Nonostante la pioggia, molte persone - che ringraziamo di cuore - hanno aderito e ci hanno sostenuto in questa silenziosa ma determinata manifestazione. E deve aver sortito il suo effetto se l'avvocato difensore dei 4 imputati di Green Hill si è lagnato subito con il Giudice, ad inizio udienza, per la presenza di "animalisti" in protesta insinuando che simili episodi possono influire sulle sorti del processo o quanto meno creare un clima teso e poco sereno. Magari sperava, ingenuamente, che ci facessero sgomberare; eppure, essendo avvocato, dovrebbe conoscere almeno la Costituzione. Il diritto di manifestare le proprie idee è sancito e riconosciuto ai cittadini e alle cittadine dall'art. 21 Cost. mentre il diritto di riunirsi (anche) in luogo pubblico lo sancisce l'art. 17 Cost. “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.” Pensiamo alle migliaia di cani passati da Green Hill e macinati negli ingranaggi di questa fabbrica di morte per anni e anni. Sinceramente non ci interessa se gli imputati si sentono turbati. Lo siamo molto di più noi per tutti i cani sterminati dalla premiata ditta e per le assurdità che, di volta in volta   apprendiamo in udienza.
Ma a Green Hill il benessere degli animali era al primo posto! I cani “eccedenti”, gli “scarti”, quelli che le farmaceutiche non ritiravano per  i loro squallidi esperimenti, venivano donati, secondo gli esperti di Green Hill, ad associazioni non meglio precisate per adozioni, ma nessuno ricorda nomi né le modalità. Queste associazioni, pare suggerite dalla stessa Marshall, si trovavano in Germania, Olanda, Francia, Inghilterra. Alla domanda del Giudice “ma perché li mandavate all’estero e non in Italia? Non era forse più conveniente?” la risposta è stata beffarda e grottesca “perché non sapevamo se qui in Italia c’erano associazioni animaliste”; Beh ora di certo lo sanno!
E’ curioso come Green Hill, da un lato sempre attenta a fare soldi (tanto da risparmiare su segatura, cibo, medicinali e chissà cos’altro) dall’altro lato mantenesse cani  “inutilizzabili” o “a fine carriera” e li scarrozzasse a proprie spese su e giù per l’Europa recapitandoli a domicilio di queste premurose associazioni!
Le deposizioni di testi e dei consulenti e le dichiarazioni degli imputati del processo stanno offrendo tante piccole tessere che vanno a comporre un mosaico dell’orrore dove i cani sono oggetti spogliati del loro essere animali e trasformati in macchine da reddito. Oggi, per esempio abbiamo appreso che fine facevano le fattrici e gli stalloni “a fine carriera”: manco a dirlo, venivano spremuti e sfruttati fino all’ultimo euro! Pensate che queste povere creature venivano spedite  in Inghilterra, presso la società del gruppo Marshall denominata B&K, per l’estrazione del siero e del plasma, di cui pare vi sia un fiorente mercato nell’ambiente della ricerca, e vi lasciamo immaginare che cosa ne è stato delle loro tristi esistenze.
Un teste, ex dipendente dell’allevamento, con fervore e dovizia di particolari, si è dilungato (pure troppo) sui fantastici giocattoli che Green Hill amorevolmente offriva ai cuccioli del capannone n.3: “la palla rossa era troppo dura da mordicchiare così l’abbiamo sostituita con un giocattolo blu, di forma differente più facile da mordere, e piaceva davvero moltissimo ai cuccioli”. Ci giocavano in attesa di essere venduti/ammazzati…ci verrebbe da dire.
Anche i consulenti tecnici della difesa hanno lasciato di stucco il pubblico in aula con dichiarazioni sorprendenti e spesso contraddittorie: il prof. Paolo Scrollavezza ha sostenuto l’inutilità della preanestesia però poi ha ammesso, vantandosi, di aver scritto egli stesso il bugiardino dell’anestetico largamente utilizzato a Green Hill e in cui sta scritto che tale anestetico deve esser preceduto dalla preanestesia. Un altro, prof. Renato Massa emerito professore esperto di etologia, ha intrattenuto il pubblico con racconti sconclusionati e inquietanti che poco c’entravano con le domande che gli venivano poste. Il culmine l’ha raggiunto quando ha asserito che gli animali possono essere ammaestrati a fare ogni cosa, anche ad assecondare i ricercatori, e ha raccontato di una scimmia, così ben allevata, da offrire essa stessa il braccio al suo aguzzino durante un esperimento! Perplessità anche sulle dichiarazioni del C.T. Massenzio Fornasier circa l’ingestione di segatura da parte dei cuccioli: “non si esclude che il cucciolo che si sente male mangi la segatura. Forse mangiavano la segatura perché avevano mal di stomaco” ma certo! il truciolo di legno combatte i bruciori di stomaco, è così ovvio! E potremmo continuare ancora…ma per rispetto di chi legge preferiamo sorvolare!
Intanto abbiamo appreso: che la mortalità era elevata, circa il 20% dei piccoli; che gli animali dovevano essere “sterili” (la nenia delle tute, dei capanni incontaminati ecc ormai la conosciamo a memoria…) ma potevano essere venduti anche se malati, in particolare in caso di rogna demodettica che era assai frequente tra gli “ospiti” di Green Hill tanto da esser prevista in 4 livelli di gravità (skin 0, 1, 2, 3); che le fattrici pare fossero circa 100 (ma nessun ex dipendente l’ha saputo dire nemmeno approssimativamente ci sono voluti i C.T. per scoprirlo); che ai cani si faceva il tatuaggio che è composto da 5 cifre contro le 18 del microchip e questo perché, durante gli esperimenti, i ricercatori non hanno tempo da perdere con l’identificazione delle loro vittime!
Ricordiamo e sottolineiamo che tutti i C.T. della difesa hanno praticato e praticano tuttora la sperimentazione animale (cioè la vivisezione) e che per loro cani, ratti, topi, scimmie ecc sono semplicemente strumenti di lavoro. Un lavoro sporco di sangue!

Prossima udienza 19 dicembre  ore 9.00. Noi ci saremo!


































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