PROCESSO A GREEN HILL – udienza del
12.11.2014
Ieri, a Brescia, sotto un cielo
carico di pioggia, si è tenuta una delle udienze in cui si articola il processo
ai vertici di Green Hill, 4 imputati di cui ricordiamo i nomi e i ruoli: Ghislaine Rondot,
Amministratore Delegato di Green Hill e dirigente della Marshall, Dr. Bernard Gotti,
consulente di Green Hill per conto della Marshall, Roberto Bravi, Direttore di
Green Hill, Renzo Graziosi, Veterinario di Green Hill.
L’udienza è stata preceduta dal
presidio organizzato dal nostro Comitato per ricordare con un semplice ma
efficace striscione che pretendiamo GIUSTIZIA PER I CANI DI GREEN HILL!
Sull’udienza di ieri sono usciti
diversi articoli e servizi. Noi preferiamo raccontarvi le nostre impressioni, quello che si percepiva in aula
mentre sfilavano i testi e accusa e difesa sostenevano ognuna le proprie tesi.
Siamo entrati in Tribunale, subito dopo il
presidio, verso le ore 10.00, e siamo rimasti in udienza per tutta la durata
della stessa. L’aria era irrespirabile e caldissima, l’aula troppo piccola per
accogliere il folto pubblico. In silenzio, prendendo appunti, inorridendo dentro
di noi soprattutto quando sono stati escussi alcuni (ex) dipendenti e collaboratori di Green Hill.
Ci ha stupito la loro “amnesia collettiva”: nessuno ricordava, neppure
approssimativamente, il numero di fattrici o il numero di box in cui ciascun
capannone era suddiviso o il numero di cani di cui si occupava quotidianamente,
magari da anni. “Non ricordo”, “ho rimosso tutto”, “sono passati troppi anni”; così
hanno risposto più o meno insipidamente queste persone e pensare che Green Hill è stata chiusa purtroppo solo nel 2012 non mille anni fa! Veramente singolare che
perfino il Supervisore, non ricordasse nulla sui cani, sulle anestesie, sulle
eutanasie…Ricordava però perfettamente - e rispondeva con incredibile
disinvoltura e scioltezza - in quali circostanze fosse stata scattata quella
foto disgustosa e ripugnante mostrata in aula dal PM. Ci riferiamo alla foto
del cucciolo con la scatola cranica aperta e il cervello fuori, tenuto in mano
dal Supervisore mentre con l’altra mimava gesti “goliardici”. La
spiegazione, formidabile è stata che non ama farsi
ritrarre e che il gestaccio era indirizzato al collega che scattò quella
fotografia. La scattarono, sostiene il Supervisore, perché il cagnolino in
questione era una vera rarità; non era mai accaduto che un beagle nascesse con
fuori il cervello e quindi andava documentato per la banca dati della premiata
ditta! Immaginiamo che in una azienda che produceva cani per il bene dell’Umanità
(o per fare soldi?), dotata di impeccabili manuali sul benessere animale e di
tutte le autorizzazioni necessarie per il serio e importante lavoro svolto,
fosse prassi consolidata quella di denigrare e umiliare con gesti irriverenti
una piccola e indifesa creatura affacciatasi al mondo nel posto e nel momento
sbagliato, sia pure per pochi istanti di quella che chiamare 'vita' sarebbe un
eufemismo bizzarro. Ma anche se quel cane fosse nato già morto e con questa particolare malformazione, ci domandiamo: che valore si dava dentro Green Hill alla vita?
Nessuno! Non ci interessano le giustificazioni. Secondo voi, un uomo con un
briciolo di pietà avrebbe posato scherzosamente per una simile
ripugnante immagine? E la ripugnanza non scaturisce certo dalle condizioni di
quel povero cucciolo!
L’amnesia collettiva ha colpito
anche quella parte di ricordi dei dipendenti ex Green Hill circa l’esistenza di
una sala operatoria, il suo utilizzo e le eutanasie. Nessuno ricordava che la
sala operatoria in realtà non aveva i requisiti per esser utilizzata a tali
scopi; nessuno ricordava che in quella “sala” si facevano parti cesarei,
castrazioni, e altri interventi non meglio precisati; nessuno ricordava che i
cuccioli morivano per inalazione o ingestione di segatura (quella impregnata di
feci e pipì in cui i cani erano costretti a stare per ore prima della pulizia dei
box); nessuno ricordava che la pre-anestesia (necessaria per rilassare il
paziente prima di un intervento chirurgico e di regola praticata da tutti i veterinari degni di questo titolo) era stata abbandonata da anni su
suggerimento della Marshall che di cani da vivisezione se ne intende! L’ha
detto anche l’Avvocato della difesa e più volte, quasi fosse elemento di pregio
da sottolineare: “la Marshall è un’eccellenza nella produzione di beagle
destinati alla sperimentazione, li seleziona da oltre cinquanta anni. Sono beagle
diversi dagli altri: più mansueti e docili rispetto ai beagle normali”.
Peccato signor Avvocato che per
noi (ma non solo noi animalisti, noi persone dotate di una media e sana
intelligenza) tra un beagle Marshall e un beagle “normale” non ci sia nessuna
differenza! E lo sa perché? Perchè un cane è un cane. Sarebbe stato
interessante chiederle in che cosa differiscono, secondo lei, due beagle nati
uno dentro Green Hill e uno lontano da quel lager. Entrambi respirano,
mangiano, dormono, soffrono e gioiscono.
Lo capirebbe anche un bambino, non serve né una laurea né una toga.
Certo la difesa, ovviamente,
spende ogni sforzo nel tentativo di salvare i propri clienti. E’ naturale,
soprattutto quando si hanno davvero pochi assi nella manica e tocca
arrampicarsi sugli specchi. Abbiamo perfettamente intuito quale sia la
strategia difensiva e dove voglia andare a parare. Ma non è sostenendo che la
sperimentazione animale è obbligatoria per legge e snocciolando articoli e
allegati del D.Lgs n. 116/1992 (lo conosciamo anche noi…) che riuscirete nel
vostro intento! Sul banco degli imputati ci sono persone che devono rispondere
di reati gravi, previsti e puniti dalla legge. O quest’altra legge (il Codice Penale) vi piace meno del D.Lgs. 116/92?
Odioso poi il tentativo di
addossare agli “animalisti” l’aumento di mortalità di cuccioli dopo il 28
aprile 2012! Saremo pure "animalisti" (come ci chiamate voi...), ma non siamo deficienti! E cosa ci raccontate di tutti
gli animali soppressi per motivi futili solo perché economicamente più
conveniente per Green Hill farli fuori piuttosto che curarli?
Ancor più scandaloso insinuare
che anche dopo gli affidi del 2012 ci sia stata una impennata nei decessi dei cani. O
avete dimenticato pure lo scopo per cui li facevate nascere?!
La prossima udienza si terrà il
19 novembre ore 9.00. Noi saremo presenti, come sempre e vi terremo aggiornati sulle
sorti del processo con la speranza forte che venga fatta Giustizia!
S. G. per il Comitato Montichiari
contro Green Hill
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