giovedì 13 novembre 2014

PROCESSO A GREEN HILL – udienza del 12.11.2014

PROCESSO A GREEN HILL – udienza del 12.11.2014
Ieri, a Brescia, sotto un cielo carico di pioggia, si è tenuta una delle udienze in cui si articola il processo ai vertici di Green Hill, 4 imputati di cui ricordiamo i nomi e i ruoli: Ghislaine Rondot, Amministratore Delegato di Green Hill e dirigente della Marshall, Dr. Bernard Gotti, consulente di Green Hill per conto della Marshall, Roberto Bravi, Direttore di Green Hill, Renzo Graziosi, Veterinario di Green Hill.
L’udienza è stata preceduta dal presidio organizzato dal nostro Comitato per ricordare con un semplice ma efficace striscione che pretendiamo GIUSTIZIA PER I CANI DI GREEN HILL!
Sull’udienza di ieri sono usciti diversi articoli e servizi. Noi preferiamo raccontarvi le nostre impressioni, quello che si percepiva in aula mentre sfilavano i testi e accusa e difesa sostenevano ognuna le proprie tesi.

Siamo entrati in Tribunale, subito dopo il presidio, verso le ore 10.00, e siamo rimasti in udienza per tutta la durata della stessa. L’aria era irrespirabile e caldissima, l’aula troppo piccola per accogliere il folto pubblico. In silenzio, prendendo appunti, inorridendo dentro di noi soprattutto quando sono stati escussi alcuni (ex) dipendenti e collaboratori di Green Hill. Ci ha stupito la loro “amnesia collettiva”: nessuno ricordava, neppure approssimativamente, il numero di fattrici o il numero di box in cui ciascun capannone era suddiviso o il numero di cani di cui si occupava quotidianamente, magari da anni. “Non ricordo”, “ho rimosso tutto”, “sono passati troppi anni”; così hanno risposto più o meno insipidamente  queste persone e pensare che Green Hill è stata chiusa purtroppo solo nel 2012 non mille anni fa! Veramente singolare che perfino il Supervisore, non ricordasse nulla sui cani, sulle anestesie, sulle eutanasie…Ricordava però perfettamente - e rispondeva con incredibile disinvoltura e scioltezza - in quali circostanze fosse stata scattata quella foto disgustosa e ripugnante mostrata in aula dal PM. Ci riferiamo alla foto del cucciolo con la scatola cranica aperta e il cervello fuori, tenuto in mano dal Supervisore mentre con l’altra mimava gesti “goliardici”. La spiegazione, formidabile è stata che non ama farsi ritrarre e che il gestaccio era indirizzato al collega che scattò quella fotografia. La scattarono, sostiene il Supervisore, perché il cagnolino in questione era una vera rarità; non era mai accaduto che un beagle nascesse con fuori il cervello e quindi andava documentato per la banca dati della premiata ditta! Immaginiamo che in una azienda che produceva cani per il bene dell’Umanità (o per fare soldi?), dotata di impeccabili manuali sul benessere animale e di tutte le autorizzazioni necessarie per il serio e importante lavoro svolto, fosse prassi consolidata quella di denigrare e umiliare con gesti irriverenti una piccola e indifesa creatura affacciatasi al mondo nel posto e nel momento sbagliato, sia pure per pochi istanti di quella che chiamare 'vita' sarebbe un eufemismo bizzarro. Ma anche se quel cane fosse nato già morto e con questa particolare malformazione, ci domandiamo: che valore si dava dentro Green Hill alla vita? Nessuno! Non ci interessano le giustificazioni. Secondo voi, un uomo con un briciolo di pietà avrebbe posato scherzosamente per una simile ripugnante immagine? E la ripugnanza non scaturisce certo dalle condizioni di quel povero cucciolo!
L’amnesia collettiva ha colpito anche quella parte di ricordi dei dipendenti ex Green Hill circa l’esistenza di una sala operatoria, il suo utilizzo e le eutanasie. Nessuno ricordava che la sala operatoria in realtà non aveva i requisiti per esser utilizzata a tali scopi; nessuno ricordava che in quella “sala” si facevano parti cesarei, castrazioni, e altri interventi non meglio precisati; nessuno ricordava che i cuccioli morivano per inalazione o ingestione di segatura (quella impregnata di feci e pipì in cui i cani erano costretti a stare per ore prima della pulizia dei box); nessuno ricordava che la pre-anestesia (necessaria per rilassare il paziente prima di un intervento chirurgico e di regola praticata da tutti i veterinari degni di questo titolo) era stata abbandonata da anni su suggerimento della Marshall che di cani da vivisezione se ne intende! L’ha detto anche l’Avvocato della difesa e più volte, quasi fosse elemento di pregio da sottolineare: “la Marshall è un’eccellenza nella produzione di beagle destinati alla sperimentazione, li seleziona da oltre cinquanta anni. Sono beagle diversi dagli altri: più mansueti e docili rispetto ai beagle normali”.
Peccato signor Avvocato che per noi (ma non solo noi animalisti, noi persone dotate di una media e sana intelligenza) tra un beagle Marshall e un beagle “normale” non ci sia nessuna differenza! E lo sa perché? Perchè un cane è un cane. Sarebbe stato interessante chiederle in che cosa differiscono, secondo lei, due beagle nati uno dentro Green Hill e uno lontano da quel lager. Entrambi respirano, mangiano, dormono, soffrono e  gioiscono. Lo capirebbe anche un bambino, non serve né una laurea né una toga.
Certo la difesa, ovviamente, spende ogni sforzo nel tentativo di salvare i propri clienti. E’ naturale, soprattutto quando si hanno davvero pochi assi nella manica e tocca arrampicarsi sugli specchi. Abbiamo perfettamente intuito quale sia la strategia difensiva e dove voglia andare a parare. Ma non è sostenendo che la sperimentazione animale è obbligatoria per legge e snocciolando articoli e allegati del D.Lgs n. 116/1992 (lo conosciamo anche noi…) che riuscirete nel vostro intento! Sul banco degli imputati ci sono persone che devono rispondere di reati gravi, previsti e puniti dalla legge. O quest’altra legge (il Codice Penale) vi piace meno del D.Lgs. 116/92?
Odioso poi il tentativo di addossare agli “animalisti” l’aumento di mortalità di cuccioli dopo il 28 aprile 2012! Saremo pure "animalisti" (come ci chiamate voi...), ma non siamo deficienti! E cosa ci raccontate di tutti gli animali soppressi per motivi futili solo perché economicamente più conveniente per Green Hill farli fuori piuttosto che curarli?
Ancor più scandaloso insinuare che anche dopo gli affidi del 2012 ci sia stata una impennata nei decessi dei cani. O avete dimenticato pure lo scopo per cui li facevate nascere?! 

La prossima udienza si terrà il 19 novembre ore 9.00. Noi saremo presenti, come sempre e vi terremo aggiornati sulle sorti del processo con la speranza forte che venga fatta Giustizia!


S. G. per il Comitato Montichiari contro Green Hill




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