Il presidio di sabato 2 luglio è
stata un’ottima occasione per ribadire a chiare lettere che gli animali sono soggetti e non oggetti e che non devono
essere sfruttati nei circhi. Non importa quanto siano “tenuti bene”, le
prigioni e le catene restano tali anche quando sono dorate. Ogni individuo ha
diritto alla libertà e a vivere nell’habitat più adatto alle sue
caratteristiche etologiche. Lo decide la Natura. L’antropocentrismo insito
nell’idea di sfruttamento degli animali (dai circhi agli allevamenti) deve
essere abbandonato se si vuole che la nostra società evolva eticamente.
Il
futuro del circo è questo: esercizi e numeri senza animali. L’arte circense sta
in questo, non certo nel ridicolizzare e far esibire tigri, giraffe, zebre,
foche ecc. Ricordiamo che, dati Eurispes 2015, il 68% degli italiani è
contrario all’utilizzo di animali negli spettacoli itineranti e non.
Ringraziamo con tutto il cuore tutte le persone che con determinazione e senso
di Giustizia hanno partecipato sia al presidio sia alla protesta via mail.
Un paio di note stonate:
L’articolo del Bresciaoggi del
03.07.2016, riporta una serie di inesattezze che esigono immediate e puntuali
precisazioni:
1) Al di là del titolo eclatante, l’incontro con l’Amministrazione in realtà è stato piuttosto sterile e dispersivo.
Sarebbe bastato lasciar parlare la Consigliera che da mesi chiede che venga
presentata in Consiglio Comunale una apposita mozione sul tema circhi con
animali anziché alzare muri e rifiutarle perfino la possibilità di leggerne il
testo (poche pagine) alle persone riunite per l’occasione. Era questa la parte
più importante dell’incontro, secondo noi, e, stranamente, nell’articolo,
nemmeno si accenna a questa mozione, strumento politico che dà margine di azione
agli Amministratori locali senza entrare in contrasto con le normative vigenti
(locali e nazionali). Quanto all’affermazione, riportata nel titolo dell’articolo,
per cui il Sindaco, per il futuro, intende dare sfratto al circo mediante una
variante urbanistica, vedremo nei prossimi mesi che cosa accadrà, a parte il
piccolo particolare che il terreno è privato e non pubblico per poterne
disporre a piacimento.
2) Nell’articolo è stato scritto
che il Comitato ha respinto l’opportunità “di coinvolgere la cittadinanza e
farsi protagonisti di una associazione in difesa degli animali anche a Puegnago
per aiutare sul territorio gli animali che hanno davvero bisogno, a cominciare
da cani e gatti”. Innanzi tutto a noi non è stato proposto proprio nulla di
tutto ciò. Comunque ricordiamo che di associazioni e di volontari che si
occupano degli animali, anche a Puegnago, ce ne sono già e non è questo il
punto, ma soprattutto ricordiamo che sarebbe compito del Comune farsi carico
della cura degli animali, randagi in primis, che vivono e si trovano sul proprio territorio; quasi tutti i Comuni Italiani si sono dotati di appositi
Regolamenti Comunali sul benessere animale, mostrando sensibilità.
Ricordiamo che un Comitato spontaneo,
quale è il nostro, ha per scopo principale quello di informare e sensibilizzare
l’opinione pubblica su tematiche concernenti i diritti degli animali.
3) Infine, di solito, è buona
regola quando si scrive un articolo, sentire
tutti i diretti interessati e non soltanto alcuni e in differita. Noi
non siamo stati interpellati e per questo motivo abbiamo ritenuto doveroso fare
le nostre precisazioni.
Quanto all’incontro del mattino
in Municipio, indetto dal Sindaco di Puegnago (perchè il terreno occupato dal circo è sul confine con Salo' ma ricade nel territorio di Puegnago), oltre ai rappresentanti del circo e ai
portavoce del nostro Comitato, era presente un folto pubblico diviso tra chi è
a favore del circo con gli animali e chi è a favore del circo senza animali.
Peccato che degli animali si sia parlato pochissimo e per inciso. Tutta la
discussione è stata focalizzata sui permessi, sul rispetto delle normative,
sull’impossibilità di poter “fare qualcosa”. Peccato perché un’occasione di
confronto e dibattito democratico e costruttivo si è trasformata in un ammasso
di luoghi comuni. Noi abbiamo provato a spiegare al Sindaco che, per quanto vi
sia una normativa a livello nazionale che, per ora, legittima l’esercizio delle
attività circensi con animali al seguito, in realtà egli, come organo politico
che rappresenta la sua comunità ha un margine di azione (con strumenti
democratici e legali che si chiamano “mozioni”). Sono decine i Comuni Italiani
che si stanno impegnando per agevolare i circhi senza animali, rendendo più difficile e di fatto quindi
dissuadendo i circhi con animali dall’attendarsi sui propri territori.
Dicevamo, “abbiamo provato a spiegare” perché in realtà solo a nominare la
mozione che giace da mesi in attesa di essere quanto meno discussa dal
Consiglio Comunale, il Sindaco si spazientiva. Neppure i Consiglieri di minoranza,
promotori della mozione, sono riusciti ad avere la giusta attenzione ed è stata
loro negata altresì la possibilità di
leggerne il testo ai presenti (poche pagine).
A noi premeva porre l’accento sull’aspetto
etico della questione. Che gli animali siano tutti nati in cattività, che
vengano trattati bene, che addirittura desiderino vivere in gabbia piuttosto
che nei loro habitat perché qui sono più protetti e tutelati (parole dei
rappresentanti del circo), non cambia la loro triste condizione di schiavi
esibiti e ridicolizzati in spettacoli triti e ritriti dove l’animale è ridotto
ad oggetto. Per noi invece gli animali sono soggetti e hanno un diritto
inviolabile: il diritto alla libertà. Nessuno dovrebbe nascere e vivere in catene!
Abbiamo evidenziato anche
l’aspetto diseducativo, per i più piccoli, asseverato da schiere di psicologi.
Abbiamo fatto appello affinché la
normativa CITES venga applicata in ogni sua parte, e sui punti che abbiamo evidenziato e
letto in sala non vi è stata possibilità di smentita.
Quando i toni della discussione sono
scaduti nei soliti ritornelli e addirittura siamo stati apostrofati (dal Sindaco e davanti a tutta l'assemblea) come
persone con “difficoltà di comprensione”, abbiamo educatamente salutato e ce ne
siamo andati.
Noi siamo per il dialogo non per
gli sbeffeggiamenti gratuiti e fuori luogo. C’è ancora molta strada da fare ma,
come abbiamo sottolineato e ribadito al Sindaco, il 68 % degli italiani,
secondo dati Eurispes relativi al 2015, è contrario all’utilizzo (ma
chiamiamolo pure sfruttamento!) degli animali nei circhi. Sono gli Uomini che
danno contenuti alle leggi, non le leggi che impongono comportamenti agli Uomini.
E sui circhi la direzione è ormai segnata anche a livello normativo. Vi
lasciamo con una riflessione: una società egoista come quella in cui viviamo ha
bisogno di imprimere nelle nuove generazioni schemi basati sulla prevaricazione
del più forte sul più debole (uomo o animale che sia)? Secondo noi ha bisogno
di rispetto, pace e solidarietà.
Dall’egoismo si può guarire e anche
dall’ignoranza.