il 19 ottobre scorso, il Comandante della Guardia Forestale di Vobarno (BS), Cesare Scatamacchia, è stato oggetto di una minaccia inquietante: ignoti gli hanno recapitato una testa mozzata di pecora accompagnata da un avvertimento in stile mafioso.
Il Comitato Montichiari contro Green Hill condanna fermamente questo gesto vile ed esprime la massima solidarietà a chi si impegna con professionalità e con determinazione in difesa dell'ambiente e degli animali.
Il Comitato Montichiari contro Green Hill condanna fermamente questo gesto vile ed esprime la massima solidarietà a chi si impegna con professionalità e con determinazione in difesa dell'ambiente e degli animali.
Di seguito, la notizia integrale:
Avvertimento mafioso
di Ubaldo Vallini
Una testa mozzata di pecora e una minaccia inquietante
indirizzata al comandante vobarnese della Forestale. Siamo a Vobarno e sembra
di essere nella Palermo di qualche anno fa
Una testa di pecora mozzata e sopra un lenzuolo a mo’ di
striscione con scritto: «Farai la stessa fine, Cesare».
E’ l’inquietante avvertimento di stampo mafioso apparso nei
giorni scorsi lungo la strada che salendo da Vobarno prima affianca il torrente
Agna, si arrampica verso Eno e poi raggiunge il Cavallino della Fobbia.
Il ritrovamento è avvenuto fra gli abitati di Degagna e di
Eno, entrambe frazioni vobarnesi, martedì 12 ottobre di buon mattino.
A fare la macabra scoperta uno degli abitanti, che poi ha
avvisato tutti quanti.
«Si tratta chiaramente di una minaccia, una vicenda che ha
dell’incredibile, non credo sia mai successo da queste parti e rifiuto l’idea
che questo sia il modo con cui si comporta la nostra gente» è il commento del
sindaco vobarnese Beppe Lancini, che aggiunge: «Davvero però ne so poco e solo per
sentito dire».
A distanza di una settimana non ne parla volentieri nessuno
nella valle dell’Agna: i carabinieri vobarnesi sono intervenuti in un primo
momento, poi hanno lasciato campo libero agli uomini del Corpo Forestale dello
Stato che ancora stanno indagando, anche se in collaborazione con le altre
forze di polizia.
Il perché ad occuparsene siano soprattutto i forestali è
presto detto: il “Cesare” oggetto di questa assurda intimidazione sarebbe
proprio il comandante dei forestali della stazione di Vobarno, Cesare
Scatamacchia.
Lui conferma di sentirsi nel mirino e dice anche di non
esserne per nulla preoccupato: «Capita che qualcuno possa avere da ridire sul
nostro operato, in fin dei conti fa parte del mestiere» ci dice, chiudendosi
poi in un assoluto riserbo: «Se volete sapere altro chiamate il comandante a
Brescia.
«E’ una minaccia da non sottovalutare e anche su questo
terreno ci muoveremo con attenzione – ci ha detto il comandate provinciale Pier
Edoardo Mulattiero -. Certo quest’episodio, per quanto inquietante possa essere,
non ci distoglie dal fare il nostro lavoro».
Una linea di
comportamento, quella dei forestali, che gli abitanti di Degagna hanno potuto
constatare direttamente, con l’intensificazione dei controlli per tutta la
scorsa settimana.
Se qualcuno pensava di moderare il contrasto all’illegalità,
insomma, ha avuto adeguata risposta.
I valligiani non ci stanno però ad essere considerati
succursale mafiosa: «Vero è che il comandante Scatamacchia è scrupoloso e
pignolo, a volte fin troppo – ci dicono -, però quest’affronto è davvero fuori
luogo».
E qualcuno aggiunge, visto che di pecore da quelle parti non
ne mancano: «Non mi stupirei se i “mafiosi” fossero venuti da fuori, magari per
essere certi di poter agire indisturbati da un’altra parte». Bracconaggio,
reati ambientali, abusivismo edilizio... sono davvero tante le inchieste
avviate in tutta la Valle Sabbia dagli uomini al comando di Cesare
Scatamacchia.
Non sarà facile individuare chi ha tagliato la testa a
quella pecora.
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