mercoledì 11 novembre 2015

IL MACELLO DEGLI ORRORI - ITALCARNI A GHEDI (BS)

INCHIESTA SUL MACELLO ITALCARNI DI GHEDI
Ringraziamo Giulia Innocenzi per l'ottima inchiesta con le interviste ai vari soggetti implicati nello scandalo, inclusi i veterinari, e al Sindaco di Ghedi, parente del titolare del macello che sorge su suolo comunale.
Diffondete e condividete affinché tutti sappiano quali orrori vengono commessi all'interno dei macelli. In questo caso, a Ghedi (BS), grazie alle microcamere installate all'interno della struttura dalla Procura di Brescia, è stato possibile portare alla luce reati immondi commessi da gente priva di qualsiasi scrupolo. Al di là degli aspetti processuali della vicenda, sui quali non entriamo nel merito, a livello umano ci fanno ribrezzo persone che non conoscono il ben che minimo rispetto per la vita e che trattano gli animali come fossero merce. Se ne avessero una, potremmo dire che la loro coscienza gronda sangue, ma se guardate come trattavano queste povere mucche, spesso già agonizzanti, stremate da una vita di sofferenza negli allevamenti intensivi e nelle stalle di produzione del latte, spaventate dall'odore del sangue e terrorizzate dalla morte incombente, allora vi renderete conto che parlare di "coscienza" per gente come questa è veramente impossibile!
Esprimiamo profonda indignazione per chi sfrutta e disprezza la vita degli altri animali e siamo pronti a tornare a manifestare sia davanti all'ASL di Brescia sia davanti al mattatoio di Ghedi qualora venisse dissequestrato.
Attendiamo i nuovi sviluppi del caso e continuiamo a tenere alta l'attenzione per dare voce agli innocenti torturati, massacrati e uccisi per l'ingordigia e per il profitto!
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11 novembre 2015
Il macello degli orrori di Ghedi (Bs): mucche torturate e batteri letali per l’uomo
In esclusiva le immagini delle telecamere fatte installare dalla magistratura nel macello Italcarni di Ghedi, in provincia di Brescia, oggi sotto sequestro. Qui le mucche subivano vere e proprie torture: trascinate con catene, trasportate con un muletto e gettate a terra, spinte con la forca. Questi maltrattamenti, secondo la procura di Brescia, hanno contaminato la carne: l’Istituto Zooprofilattico di Torino ha trovato cariche batteriche cinquanta volte superiori a quelle consentite dalla legge. Il 9 novembre 2015, il pm Cassiani ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per due veterinari e i dipendenti del macello, mentre il proprietario di Italcarni Osio ha chiesto il patteggiamento.
di Giulia Innocenzi per Servizio Pubblico











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