venerdì 23 gennaio 2015

OLTRE GREEN HILL, FINO ALLA FINE! Le nostre impressioni sulla sentenza di oggi.

Oggi a Brescia, sentenza storica per i diritti degli animali. Il giudice ha accolto la tesi accusatoria del PM e ha condannato i vertici aziendali di Green Hill per animalicidio. Nel dettaglio, le pene comminate sono le seguenti: Renzo Graziosi, veterinario dell'allevamento, condannato a 1 anno e 6 mesi e segnalato all’Ordine dei Medici Veterinari di Pescara; Roberto Bravi, direttore di Green Hill , condannato a 1 anno; Ghislaine Rondot, Amministratore Delegato di Green Hill e gestore della Marshall Bioresources sede di Lione, condannata a 1 anno e 6 mesi; per tutti i condannati sospensione delle attività per due anni (cioè non potranno lavorare in altri allevamenti sul territorio nazionale) e pagamento delle spese processuali e del risarcimento danni in solido con l’azienda e, infine, confisca di tutti i cani; assolto invece il consulente di Green, Bernard Gotti per non aver commesso il fatto. Ricordiamo che in ogni caso Green Hill non potrà mai più riaprire come allevamento di cani da sperimentazione né a Montichiari né altrove. Rimane l’incognita di cosa ne sarà del complesso immobiliare sul colle, proprietà dell’azienda. 
Tutto iniziò con la Campagna Fermare Green Hill, promossa nel 2010 dal Coordinamento Fermare Green Hill che già da alcuni anni si stava muovendo per strappare il sipario dell’indifferenza dietro al quale si nascondeva e lavorava, secondo quanto è emerso durante il processo, con il benestare di ASL varie e Istituzioni, l’allevamento lager di Montichiari. Noi come Comitato siamo nati poco dopo, in supporto a questa Campagna, nel maggio 2010 e da allora non ci siamo mai fermati: cortei, banchetti, raccolta firme per chiedere la chiusura di Green Hill, presidi, ma anche conferenze con i massimi esperti antivivisezionisti, proiezioni, eventi culturali perché l’informazione è la base di tutto! Conoscere, farsi un’opinione propria e poi agire!
Vogliamo sottolineare l’importanza di questa sentenza sia sotto il profilo processuale in quanto  crea un precedente che difficilmente potrà essere ignorato, sia sotto il profilo etico perché il fatto che la vittima sia un animale non può e non deve giocare a favore del carnefice. Questi cani, ricordiamo che in 4 anni ne sono morti oltre 6000, presso green Hill venivano privati di tutto, perfino del loro essere cani: per loro niente carezze, nessuna passeggiata all’aria aperta, cibo scadente (per tagliare i costi di produzione…), gabbie sporche, giornate tutte uguali scandite dal rumore e da temperature insopportabili. Sepolti vivi in assurdi e soffocanti capannoni in attesa di essere torturati nei laboratori di mezza Europa.
Un pensiero speciale per le fattrici, schiave destinate alla riproduzione forzata e spremute fino all’ultima goccia di sangue prima di essere gettate via a fine carriera come fossero immondizia. Durante il processo è emerso infatti che le beagle ormai inutilizzabili venivano cedute alla B&K in Inghilterra per l’estrazione di siero e altri emoderivati, sostanze preziose per i laboratori di sperimentazione animale. Doppio sfruttamento e doppio profitto!
Noi ricordiamo molto bene in che condizioni erano i beagle durante i giorni degli affidi, nell’estate 2012. Animali spenti, spaesati, impauriti ma con tanta voglia di vivere e di scodinzolare, desiderosi di iniziare quella strana avventura che è la vita. Loro, che una vita a Green Hill non l’hanno mai avuta.
Ora quegli stessi beagle sono al sicuro amati e rispettati come ogni essere vivente di questo Pianeta meriterebbe e ciò ci riempie il cuore di emozione e di gioia. Questa è la vittoria più bella!
Ci ripugna il solo pensiero che qualcuno, trincerandosi dietro la scusa di fare ricerca per il bene dell’Umanità, possa fare affari e lucrare sulla pelle degli animali. Che siano cani, scimmie, topi, gatti, furetti o ratti non fa differenza.
La battaglia alla vivisezione riparte, oggi 23.01.2015, con maggior forza e con la consapevolezza che prendere coscienza e aprire gli occhi è un dovere verso noi stessi e verso i nostri fratelli.
OLTRE  Green Hill, fino alla fine.

SG


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