Si è conclusa nel primo pomeriggio di oggi l'udienza ai vertici di Green Hill, l'ultima del processo che si sta svolgendo a Brescia. Il Giudice, dopo la requisitoria del PM, gli interventi delle parti civili e l'arringa della difesa, ha rinviato al 23.01.2015 ore 9.00. Per quella data è attesa da tutti la sentenza che, confidiamo, possa finalmente dare Giustizia ai cani di Green Hill. Non soltanto a quelli liberati e salvati con gli affidi dell'estate 2012, ma anche e soprattutto alle migliaia di cani morti, "sacrificati", venduti e spremuti fino all'ultima goccia di sangue durante i lunghissimi anni di attività della premiata ditta Green Hill 2001 srl.
Ci sono voluti anni di battaglie e di presidi a Montichiari, a Milano a Brescia a Roma e centinaia di tavoli e banchetti informativi in tutte le principali piazze d'Italia e non solo per portare alla luce l'orrore che si celava sulla collina di San Zeno. Tutto ebbe inizio nell'aprile 2010 quando, il Coordinamento fermare Green Hill lanciò la campagna proprio con una manifestazione nazionale a Montichiari per fermare il folle progetto dell'ampliamento: le menti di Green Hill sognavano di sbancare la collina e costruire un lager sotterraneo capace di ospitare ben 5.000 cani contro i 2.500 fino ad allora detenuti. Lo sdegno è stato tanto e tale da creare poco alla volta un movimento poliedrico ma determinato il cui obiettivo era la chiusura dell'allevamento e impedirne la riapertura in tutto il territorio nazionale! Forse all'inizio non tutti ci credevano a questo risultato, ma con pazienza e determinazione il "miracolo" è accaduto (o meglio l'abbiamo, tutti insieme, fatto accadere). Oggi, al di là di come andrà il processo nessuno, né Green Hill né altre multinazionali della vivisezione possono aprire un allevamento come quello di Montichiari qui in Italia.
Abbiamo ascoltato con molta attenzione sia la requisitoria del PM Dott. Cassiani sia l'arringa della difesa. Da un lato abbiamo osservato un'esposizione chiara, attenta e circostanziata dei fatti ed una illustrazione delle responsabilità degli imputati fondata su dati oggettivi, supportata da recentissima giurisprudenza della Cassazione III Sez. Penale. Dall'altro lato abbiamo notato approssimazione nell'esposizione dei fatti, nervosismo e addirittura toni poco cortesi verso il pubblico; uno degli avvocati della difesa prima ha definito il pubblico presente in aula gente che non ha altro da fare poi ha criticato chi si fa dei tatuaggi definendole persone orribili, poi ha detto che "è assurdo occuparsi del sovraffollamento del canile quando le carceri di Brescia sono al limite, esortando gli animalisti ad occuparsi dei carcerati e non dei cani, infine ha nuovamente lamentato la presenza di presidi (peraltro sempre autorizzati) fuori dal tribunale, dimenticando che sotto accusa non ci sono i manifestanti ma i suoi clienti, i vertici della prestigiosa Green Hill-Marshall targata USA.
Se qualcuno si sta domandando come mai non vi sono riprese televisive del processo è perché gli imputati si sono opposti, alla faccia del diritto di cronaca anche giudiziaria.
Per fortuna giornalisti, anche in gamba, in aula ci sono sempre e pazientemente prendono appunti permettendo così che chiunque sappia ciò che viene detto o le novità che emergono. Del resto è un processo pubblico e non blindato come piacerebbe alla multinazionale. Siamo rimasti allibiti quando abbiamo appreso che Green Hill mandava le carte d'identità dei dipendenti addirittura all'FBI in America per verificare che non avessero legami con gli animalisti e di come fossero morbosamente interessati ad avere sempre più notizie e informazioni sui cosidetti animalisti. Bravissimi a pretendere il rispetto della legge e fare gli sceriffi nei confronti degli animalisti ma non altrettanto ligi, a quanto pare, nel rispettare il codice penale, sotto sotto.
Questi signori non hanno capito una cosa fondamentale: i cani (e tutti gli altri animali, uomini inclusi) sono esseri viventi con determinate caratteristiche etologiche e bisogni ben definiti. Un cane resta un cane al di là e oltre la stupidità umana che lo assegna e lo categorizza perchè altro non sa fare. Ed ecco allora i cani da compagnia, quelli da caccia, i cani da vivisezione, i cani guida. Ma le categorie le abbiamo inventate noi, non esistono in Natura. In Natura il cane sa essere e sa fare soltanto il cane ed è così da millenni.
Tornando al processo quello che è emerso dalle mail che si scambiavano gli imputati con i veterinari dell'ASL è, a dir poco, scandaloso. Il PM ha parlato di una sorta di "patto" non si sa a che titolo, tra uno di questi veterinari dell'ASL di Lonato e i vertici di Green Hill. Un'intelligence degna di una spy story di serie b in cui un pubblico ufficiale (pagato con soldi pubblici) con il dovere di effettuare controlli e ispezioni su un'azienda, passa informazioni e dà delle dritte proprio all'azienda oggetto dei suoi controlli, preannunciando le visite e addirittura dando suggerimenti sui "punti deboli" da rinforzare in vista dei controlli da parte di Regione e Ministero. Forse è per questo che a Green Hill, fino al momento del sequestro, è sempre andato tutto a meraviglia? Certo è difficile notare irregolarità se non si entra nei capanni e si compilano verbali a crocette e ci si accorda con i controllati...
Il PM al termine della sua lunga e convincente requisitoria ha chiesto le seguenti pene:
3 anni e 6 mesi di reclusione per Renzo Graziosi veterinario di Green Hill; 3 anni per Ghislaine Rondot A.D. di Green Hill; 2 anni per Bernard Gotti consulente di Green Hill; 2 anni per Roberto Bravi direttore di Green Hill, nonché la condanna per falsa testimonianza a carico di diversi ex dipendenti dell'allevamento, sentiti come testi nel corso delle scorse udienze.
Non ci resta che attendere la pronuncia del Giudice.
Il 23 gennaio, il Comitato Montichiari contro Green Hill sarà presente, fuori dal Tribunale, con un presidio per continuare a sottolineare l'importanza di questo processo e per chiedere Giustizia per tutti i cani di Green Hill! Vi aspettiamo numerosi!
presidio del 22.12.2014 |
presidio del 12.11.2014 |
presidio del 26.11.2014 |
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