mercoledì 7 gennaio 2015

I POLITICI FANNO UN RISOTTO, NON LO SPIEDO E VI SERVONO MENZOGNE!


In merito agli articoli apparsi in questi giorni sui quotidiani e sul web, riguardo al divieto di utilizzo di uccelli selvatici morti, anche importati dall'estero, nello spiedo Bresciano e alla confusione innescata dalla strampalata petizione annunciata localmente dal partito "Fratelli d'Italia" , volta a un’ulteriore modifica della legge venatoria statale 157 del 1992, dalle dichiarazioni del presidente della provincia di Brescia e di alcuni consiglieri regionali Lombardia, SI chiarisce una volta per tutte che:
- Già prima della modifica della Legge sulla caccia 157/92 (norme per la protezione fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e della sua recente modifica attraverso il Decreto legge 24/06/2014 n. 91, sussisteva il divieto di porre in commercio fauna selvatica ,anche se regolarmente abbattuta, attraverso ristoranti, ad esclusione delle specie quali: (germano reale (anas platyrhynchos); pernice rossa (alectoris rufa); pernice di Sardegna (alectoris barbara); starna (perdix perdix); fagiano (phasianus colchicus); colombaccio (columba palumbus);
- La recente modifica apportata ai divieti previsti all'art.21, lettere bb), della Legge 157/92 , concernente il divieto di commercio di uccelli selvatici vivi o morti, loro parti o prodotti derivati, aggiunge solamente le parole: " anche se importati dall'estero, appartenenti a tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo.."
- Ciò significa, ad esempio, che le confezioni di passeri surgelati importati dalla Tunisia o dalla Cina, che prima della modifica erano ammesse all'importazione, non potranno più essere detenute per la vendita, e/o poste in commercio in Italia, poiché tale specie vivono in stato di naturale libertà anche su parte del territorio italiano.
Risulta quindi totalmente fuorviante l'affermazione che la "tradizione" bresciana dello spiedo, non potrà più essere continuata, ammesso e non concesso che acquistare uccellini congelati di cattura, di dubbia rintracciabilità, soggetti a chissà quali standard igienico-sanitari, per rifilarli ai clienti italiani sia di per sé accettabile.
Vero è invece che, poiché non si può più utilizzare la passera hispaniolensis (proveniente dalla Tunisia) non si possono più inserire nello spiedo uccelli di dimensioni simili ai vietati, come il pettirosso e altri piccoli canori, tanto ricercati e utilizzati dagli stessi ristoratori.
Ricordiamo che la Commissione europea ha aperto a marzo di quest’anno una procedura Pilot (5283/13/ENVI “Uccisione, cattura e commercio illegale di uccelli”), per i ripetuti casi di bracconaggio e nell'iter propedeutico alla procedura di infrazione viene espressamente citata l’uccellagione della Provincia di Brescia (Valcamonica, Valtrompia e Valsabbia) con trappole, reti, archetti e richiami elettromagnetici ai danni di piccoli uccelli migratori.
S.V.A. di Legambiente, L.A.C, ENPA, Oipa, Lipu, A.n.p.a.n.a, Comitato Montichiari contro Green Hill.




http://www.geapress.org/altre-news/lo-spiedo-bresciano-e-il-risotto-della-politica/58363

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