Si è svolto ieri sera, a Capriolo
(BS) il presidio contro gli allevamenti di animali da pelliccia organizzato dal
Comitato Montichiari contro Green Hill e da Oipa sezione di Brescia. Tra i molti
presenti anche le associazioni LAV, ENPA e Diritto alla Vita e tanti cittadini
e cittadine contrari all’insediamento di un nuovo allevamento di visoni nel
territorio di Capriolo, addirittura all’interno del Parco Oglio Nord. Questa grande
e sentita partecipazione è la prova di quanto il Cambiamento sia nelle nostre
mani! I politici prendono le decisioni ma siamo tutti noi che li dobbiamo
orientare affinché scelgano e decidano davvero in sintonia con il sentire della
società in cui sono chiamati ad assolvere il loro dovere istituzionale. E la
società civile, adesso, chiede ed esige che non vi siano più lager in cui i
visoni e non soltanto loro, “vivono” miseramente in attesa di essere scuoiati
per mera vanità e per sporco profitto. In contemporanea al nostro presidio,
ieri sera , si è tenuto il Consiglio Comunale nel cui ordine del giorno è
compreso anche un punto specificamente dedicato a questa questione. Prima dell’inizio
della seduta (per altro pubblica e alla quale ogni cittadino/a ha diritto di
assistere, se lo vuole) abbiamo avuto il piacere di incontrare il Vicesindaco
di Capriolo con cui abbiamo esposto le nostre istanze e al quale abbiamo
consegnato un dvd contenente un filmato tratto dall’investigazione “Morire per
una pelliccia” realizzata da Nemesi Animale. Si è dimostrato essere una persona
disponibile, gentile e attenta alla problematica e confidiamo che altrettanto lo
sia l’Amministrazione Comunale nel suo complesso affinché Capriolo diventi il primo
Comune bresciano che metta uno stop agli allevamenti di visoni, come già è
accaduto nel bergamasco ad Arzago. Ricordiamo che nella provincia di Brescia
esistono già da anni purtroppo 2 grandi allevamenti di visoni (a Montirone e
a Calvagese della Riviera). Noi
continueremo a portare avanti questa battaglia di civiltà fino a quando anche l’Italia,
finalmente, troverà l’intelligenza di adeguarsi al trend europeo di messa al
bando dal territorio nazionale di tutti gli allevamenti di animali da
pelliccia! Come molti ormai sapranno, è già stata presentata la proposta di legge di “divieto di allevamento, di cattura e
uccisione di animali per la loro pelliccia”, promotrici l’associazione LAV e Nemesi Animale, al Senato (atto S62) e alla
Camera (atto C288), sottoscritta da numerosi parlamentari di diversi
schieramenti politici. A favore della proposta di legge “divieto di
allevamento, di cattura e uccisione di animali per la loro pelliccia”, oltre 100.000
cittadini hanno già sottoscritto la relativa petizione di iniziativa popolare.
Purtroppo ogni anno sono oltre 170.000
i visoni che vengono uccisi con il gas e scuoiati. Sono individui di pochi mesi
di vita. Ci chiediamo: ha senso coprirsi di indumenti che grondano sangue? Un
appello ai consumatori e alle consumatrici: non acquistate capi in pelliccia o
con inserti di pelliccia; se crolla la domanda, l’offerta diminuisce fino a
sparire. Le cose cambiano solo se le facciamo cambiare noi!
Per chi non l’avesse ancora
fatto, è importantissimo mandare una mail anche all’Ente Parco Oglio Nord, all’interno
del quale dovrebbe sorgere l’allevamento per chiedere che venga negata la
relativa autorizzazione, di competenza del suddetto ente. Basta veramente poco,
potete scrivere una breve mail a questo indirizzo:
info@parcooglionord.it
Di seguito un testo tipo che
potete copiare-incollare o integrare come preferite, ma sempre utilizzando toni
civili.
Lettera-tipo
Spett.le Parco Oglio Nord,
mi unisco alla protesta di molti cittadini per chiedere che il Vostro
Spettabile Ente neghi l'autorizzazione a chiunque intenda insediare allevamenti
di animali da pelliccia all'interno del Parco Oglio Nord, un parco fluviale nel
quale si trovano otto Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per la presenza di
specie botaniche e faunistiche di grande interesse naturalistico.
E' ora di mettere al bando gli allevamenti di visoni e di altri
animali da pelliccia non solo per motivi ambientalistici, ma anche e soprattutto
per motivi etici perché la crudeltà inflitta a questi esseri senzienti, nel XXI
secolo, è inaccettabile e non ha più ragion d'essere!
Cordiali saluti
(nome e cognome)
Chiediamo al parco Oglio Nord di
negare l'autorizzazione. L'ecosistema va tutelato, e nel parco non si può e non
si deve costruire!
Infine ricordiamo che animali non
hanno voce e hanno bisogno di ognuno di noi, delle nostre energie della nostra
determinazione. Restiamo uniti e non abbandoniamoli ad un destino di crudele
indifferenza!
>>>
Di seguito riportiamo un estratto
dalla deliberazione n. 34 del 27.11.2013 del Comune di Arzago d’Adda (BG),
primo Comune italiano a prendere una posizione netta contro gli allevamenti di
animali da pelliccia trasmettendo a Camera e Senato, la richiesta del Consiglio
Comunale a favore dell’approvazione della Proposta di Legge C288 e del Disegno
di Legge S623 in materia di divieto di allevare, catturare e uccidere animali
per la produzione di pellicce:
“E’ dimostrato che i visoni in allevamento
manifestano spesso comportamenti innaturali e per periodi prolungati nel corso
della giornata, come il succhiarsi o mordersi la coda o altre parti del corpo
sino a procurarsi automutilazioni o gravi lesioni, oltre che a manifestare
episodi di aggressione e infanticidio. Evidenze già documentate nel 2001 dal
Comitato Scientifico per la Salute e il Benessere Animale della Commissione
Europea nel report “The welfare of animals kept for fur productin”1
che classificò le condizioni di detenzione degli animali “da pelliccia” negli
allevamenti europei come “gravemente lesive del benessere animale”.
- Dalle immagini e dai filmati diffusi dalla
LAV, reperibili in internet o comunque anche tramite i frequenti servizi
giornalistici messi in onda dai telegiornali nazionali, è facile comprendere come
l’incompatibilità della vita in gabbia dei visoni sia causa di gravi privazioni
per questi animali.
- L’attività di allevamento di animali “da
pelliccia”, ed in particolare dei visoni, è stata oggetto dello studio
scientifico di Life Cycle Assessment condotto dalla società olandese di
consulenza ambientale Ce Delft, pubblicato in Italia dalla LAV nel 2011 e
intitolato “The environmental impact of mink fur production”2. Da tale ricerca
emerge come nel processo di lavorazione per l’ottenimento di un chilogrammo di
pelliccia animale, la fase di alimentazione dei visoni risulta essere un
fattore dominante in 14 effetti ambientali dei 18 presi in esame (tra i quali
il cambiamento climatico, l’eutrofizzazione e le emissioni tossiche), e che
tale produzione è causa di impatto ambientale maggiore rispetto alla produzione
di un analogo quantitativo di prodotti sostitutivi anche di sintesi come
l’acrilico e il poliestere.
- In Europa, l’allevamento di
animali “da pelliccia” è un’attività in declino e sempre più Stati Membri
stanno adottando provvedimenti normativi non solo restrittivi e
disincentivanti, bensì veri e propri provvedimenti di messa al bando, come già
fatto da:
- Inghilterra (2000, divieto per
tutti gli animali);
- Irlanda del Nord (2003, divieto
per tutti gli animali);
- Scozia (2003, divieto per tutti
gli animali);
- Austria (2004, divieto per
tutti gli animali);
- Croazia (2007, divieto per
tutti gli animali effettivo dal 2017);
- Bosnia (2009, divieto per tutti
gli animali effettivo dal 2018);
- Danimarca (2009, volpi
effettivo dal 2024);
- Slovenia (2013, divieto per
tutti gli animali effettivo dal 2015).
- Persino l’Olanda, che oggi costituisce il terzo
paese al mondo produttore di pelli di visone con oltre 5 milioni di animali
allevati all’anno, ha approvato a dicembre 2012 il divieto di allevamento di
animali “da pelliccia” che sarà vigente dal 2024; mentre il divieto di allevamento
di chinchilla e volpi per la produzione di pellicce era già vigente dal 2008.
- l'Italia con il Decreto Legislativo n.146 del
2001 consente e regolamenta l’attività di allevamento di animali da pelliccia
disponendo, in modo controverso, che i visoni (unica specie allevata in Italia
per tale finalità) debbano essere cresciuti confinati in gabbie della misura minima
di 36 cm X 70 e altezza 45 cm mentre l’allevamento di altre specie animali e
per la stessa finalità (che di fatto non esiste in Italia) dovrebbe avvenire in
recinzioni con anche arricchimenti ambientali.”
Grazie a tutti/e e continuate
a seguirci anche tramite il nostro blog: http://montichiaricontrogreenhill.blogspot.it/
Al presidio di ieri sera, a Capriolo (BS) per impedire il sorgere di un allevamento di visoni, oltre a quasi un centinaio di partecipanti, c'erano anche alcuni bambini, come questa dolcissima mini-attivista (di cui pubblichiamo la foto con il consenso dei genitori).
La sensibilità e l'empatia sono quasi innate nei più piccoli e queste qualità da coltivare, rappresentano una speranza per il futuro.
Iniziano a sbocciare i fiori per un mondo migliore. Basta crederci e volerlo con tutto il nostro cuore, come lei.