In queste ultime settimane, da quando abbiamo occupato il tetto di Green
Hill, si sono susseguiti una serie di eventi che hanno messo questo
allevamento sotto i riflettori nazionali e internazionali e sulla bocca
ditutti. L'azione del 14-15 ottobre è stata sicuramente la scintilla che
mancava per poter riaccendere il dibattito e smuovere acque che
stagnavano.
E innegabile che sulla questione Green Hill e più in generale sul
problema vivisezione si sia finalmente mosso qualcosa e ci sia adesso un
dibattito pubblico e politico che mancava da troppo tempo. Questo è
stato forse uno dei successi maggiori di questa campagna, qualcosa che in cuor
nostro speravamo fin dall'inizio di scatenare, utilizzando un caso
eclatante come catalizzatore di attenzione su un problema più diffuso.
Chiudere il lager di Montichiari è per noi importante, ma non è certo
con questo che si fermerebbe la vivisezione sui cani, tantomeno sugli altri
animali, e non siamo mai stati così ingenui da pensarlo o tantomeno da
dirlo. La lotta contro Green Hill è nata infatti proprio con la speranza
di poter da una parte creare ostacoli ai vivisettori togliendo dal
territorio nazionale l'ultimo allevamento di cani beagle, dall'altro
ottenere dei cambiamenti a lungo termine, cambiamenti che possono essere
di diversa natura ma che portino nell'immediato ad una concreta
riduzione del numero di animali uccisi nei laboratori.
Ciò che si è mosso in queste settimane è molto interessante, apre delle
prospettive che potrebbero davvero vedere chiusi e vuoti quei capannoni
dell'inferno, ma necessitano di una spiegazione e di un esame oculato.
E' stato facile per molti in questi giorni farsi prendere dall'entusiasmo e
cantare vittoria, addirittura già pensare alle adozioni per quei cani
prigionieri a Montichiari. Da parte nostra, anche per lesperienza
maturata nel tempo, possiamo solo dire che adesso è il momento di
stringere i denti, dare il massimo e, speriamo, l'ultima spallata,
cercando davvero di ottenere quello che vogliamo, senza esultare fino al
momento in cui toccheremo con mano i risultati.
L'approvazione in Commissione Affari Sociali della Camera sul Lavoro di
un emendamento restrittivo per il recepimento della Direttiva Europea in
tema di vivisezione è stato sbandierato dagli autori come un enorme
successo, e osannato da schiere di ignari come tale. Ma va detto che a parte un paio
di punti molto interessanti questo emendamento è stato in larga parte
solo propagandistico, vietando tipologie di esperimenti che per la legge
italiana 116/92 sono già vietati e lasciando le stesse possibilità di
adesso di ottenere le deroghe per farli. Se questo emendamento poi
passerà liter burocratico necessario è ancora da vedere, visto che la strada
forse è lunga, ma gli unici punti interessanti sono il divieto di
allevamento di cani, gatti e primati e lo stop ad esperimenti bellici.
Questo porterebbe non solo alla chiusura di Green Hill, ma ad
un'impossibilità per il settore di aprire nuovi lager del genere in
altre regioni, e soprattutto allo stop ad esperimenti di tipo
bellico-militare.
Il resto sono solo belle parole condite ad arte per avere consenso ed
attenzione. Vedremo col tempo cosa ne verrà fuori.
Notizia ben più concreta è invece che presso il sindaco di Montichiari è
stata presentata un istanza di ritiro della licenza e chiusura
dell'attività di Green Hill da parte di organi della Polizia
Giudiziaria.
Le motivazioni non sono campate in aria ma riguardano concrete e gravi
mancanze da un punto di vista amministrativo da parte dellazienda,
riscontrate durante un sopralluogo avvenuto il 30 settembre, di cui
finalmente possiamo dare notizia. E stato riscontrato che Green Hill
non ha nessun registro di carico e scarico dei cani, che non ha segnato ben
400 cani nel'lanagrafe canina, sono state inoltre sequestrate 35
carcasse di cani soppressi per non si sa quale motivo e non c'erano nell'azienda
neppure i certificati di morte di questi animali. Tutto questo è in
evidente contrasto con la normativa 116/92, la stessa a cui Green Hill
dice di sottostare quando fa comodo a loro e non dover rispettare le
norme regionali in tema di allevamenti e canili. Queste violazioni sono tali
da portare al ritiro della licenza, e non è una forzatura, è quanto scritto
sia nella legge 116 che nella autorizzazione firmata dal sindaco alcuni
anni fa.
Per cui adesso la patata bollente è in mano ad Elena Zanola, che finora
non ha mai mosso un dito a favore dei cani di Green Hill, che ha
definito quel lager un soggiorno, che ha voluto denunciare tutti gli attivisti
sul tetto e sotto il tetto il 14 ottobre e che lo stesso giorno ha osato
dire davanti alle telecamere che il 30 settembre non era stato trovato uno
spillo fuori posto dentro Green Hill. Lo stesso sindaco che per legge i
registri di carico e scarico di un allevamento sul territorio dovrebbe
vidimare, e che con Green hill non li ha neanche mai visti.
Sta di fatto che tra decine di servizi su giornali e telegiornali, le
immagini dell'interno di Green Hill trasmesse a Striscia la Notizia, le
denunce, gli emendamenti, gli attivisti sul tetto e molto altro, tutta
Italia sa che esiste a Montichiari un lager per cani destinati alla
vivisezione. Ma ancora di più: adesso la gente sa che esiste la
vivisezione, qualcosa di cui nessuno parla, che molti non hanno mai
sentito nominare o pensano sia un triste ricordo del passato. Qualcosa
di cui di solito non si mostrano le immagini.
Sta a noi adesso fare in modo che dal semplice sapere di un problema le
persone possano capire cosa fare per non esserne parte, e che la
vivisezione diventi davvero un ricordo del passato.
Noi dal canto nostro non demordiamo, e speriamo di avervi tutti con noi
per le prossime importanti iniziative che lanceremo.
(fonte: Coordinamento Fermare Green Hill - info: info@fermaregreenhill.net)
(fonte foto: web) |
Bravo a voi tutti, e grazie per il vostro impegno e corragio
RispondiEliminaPeccato che questo articolo non sia tradotto in inglese, perchè vorrei diffonderlo presso i francese.
Buona sera, avete un banner da poterlo mettere nel mio blog per sostenervi?
RispondiEliminail mio indirizzo mail è giornalefemminileitaliano@yahoo.it
e il mio blog (che deve ancora essere pubblicato) è appunto Giornale Femminile Italiano.
Sono vicino a tutto questo, grazie per loro poveri cagnolini. Ho inserito il sito nel mio blog, cerco di dare una mano perchè è una vergogna!patrizia buracchi
RispondiEliminaBravi, fermiamo questo scempio, nel 2011 è sconcertante che esistano ancora queste torture (inutili) su povere bestie indifese !!!
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