SU GREEN HILL: C’E’ POSTA, PER LORO.
Qualche giorno dopo la realizzazione del corteo nazionale tenutosi a Roma siamo venuti a sapere che il sottosegretario Francesca Martini, in accordo con il Ministero della Salute, ha provveduto a far recapitare all‘assessore alla Sanità della regione Lombardia la lettera nella quale si richiede in maniera ‘auspicabile e doverosa’ l’applicazione della legge regionale riguardante tutti gli allevamenti di cani.
Insomma verrebbe da pensare che il sottosegretario Martini e il Ministero abbiano fatto il loro ‘dovere istituzionale’. Noi d’altronde non possiamo che rilevare quello che sta accadendo e trarre le giuste considerazioni: non è sicuramente casuale che la lettera della richiesta di applicazione del regolamento sia partita al’ indomani della realizzazione del corteo. Sentiamo di affermare senza ombra di dubbio che se c’è stata pressione, questa è venuta dalle circa 10.000 persone accorse a Roma piuttosto che dalla scelta dei politici dell’attuale Governo. Prendiamo atto di questa presa di posizione ma ricordiamo che Green Hill alleva, segrega e spedisce cani beagle ai centri di tortura di tutta Europa da molto prima dello scorso sabato 25 settembre. Qualcuno si prenderà i meriti politici di una decisione che su carta fornisce un grosso scossone all’allevamento, scossone che potrebbe essere letale. Lo dicevamo anche noi da mesi: l’applicazione della legge regionale spingerebbe di fatto Green Hill alla chiusura. Abbiamo raggiunto gli intenti del corteo nazionale, ovvero portare all’attenzione pubblica il tema scottante della vivisezione e di Green Hill, lo abbiamo fatto con migliaia di persone che evidentemente si sono fatte sentire al punto giusto.
‘La chiusura di Green Hill potrebbe essere decretata in un attimo se dal Ministero della Salute avessero la decenza di far applicare a questo allevamento le norme della Regione Lombardia previste per tutti gli altri allevamenti di cani’, questo è quello che scrivemmo annunciando il corteo nazionale ed è ciò che adesso è accaduto. La responsabilità di quanto avviene sulle ‘colline verdi’ di Montichiari ripassa allaRegione Lombardia che già da tempo aveva espresso la volontà di risolvere la ‘questione Green Hill’, sarà poi la ASL regionale a doversi occupare del ‘lato tecnico’ (ovvero modalità e tempi), chiaramente su quest’ultima deve ritornare l’attenzione e la pressione. Vorremmo però chiarire un passaggio fondamentale: la lotta che portiamo avanti non ha mai messo in discussione i nostri principi abolizionisti, quando abbiamo esposto la discrepanza della legge regionale lo abbiamo fatto sapendo che ciò che rimane un nostro punto di arrivo è la liberazione animale e non solo l’applicazione di una normativa. Stiamo interpretando la legge regionale esattamente come tutte le altre leggi e le persone che le regolamentano… malleabili. In questo momento applicare tale normativa racchiude un passaggio utile per poter raggiungere il nostro scopo. Deve rimanere tale, un passaggio e nulla più. In questo ambito si inserisce la nostra riflessione sullo situazione attuale: è chiaro adesso che la probabilità di chiusura di Green Hill è molto alta, la questione è: quando? Questo coordinamento formato da attivist* antispecist* ed abolizionist* non ritiene opportuno fermarsi adesso, quando probabilmente molte associazioni protezioniste avrebbero concluso la loro lotta. Intendiamo continuare e sottolineare che per quanto una normativa regionale possa di fatto dare uno scossone decisivo, allo stesso tempo il nostro cuore batte ancora assieme ai 2500 cuori di altrettanti individui che in questo momento sono rinchiusi dentro Green Hill, e lo saranno ANCORA per un tempo indefinito. Sentiamo il dovere di non accontentarci e questo dovrebbe essere un fatto sotto inteso, chi ha immaginato diversamente riguardo le nostre istanze probabilmente non ha capito bene chi siamo. Green Hill potrebbe chiudere? Noi rispondiamo: ‘Bene, ma non è ancora chiuso’. E finchè esisterà un posto del genere, finchè esisteranno sul suolo nazionale allevamenti di animali destinati ai laboratori allora no, noi non ci accontenteremo. Contrariamente a quanto potrebbe ritenere qualcuno, non pensiamo di essere ancora giunti al termine del nostro percorso, a dire la verità ci sentiamo di affermare non con assoluta certezza che è appena iniziato. Un percorso che ha una rotta ben precisa e che mira ad uno scopo imprescindibile: la liberazione animale. Sappiamo dopo il corteo di Roma che può essere il percorso di molti, sappiamo che può essere il percorso di chi vuole veramente cambiare qualcosa, sappiamo che non siamo soli e che là fuori ci siete anche voi, basta ritrovarsi ed agire, tutti insieme, per la liberazione.
In risposta agli ultimi aggiornamenti anticipiamo che SABATO 6 NOVEMBRE 2010 ci ritroveremo in tanti a Montichiari per portare simbolicamente con noi la voce di ognuno dei 2500 cani prigionieri di Green Hill.
A breve divulgheremo i dettagli su questo prossimo appuntamento nazionale, sulla pressione che intenderemo attuare nei confronti della ASL Lombardia e su una serie di iniziative in diverse città che si terranno contro la vivisezione durante la settimana dal primo al sei novembre.
Coordinamento Fermare Green Hill / Ovvero quelli che non si accontentano…
(fonte: www.fermaregreenhill.net)
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